Sono le
emozioni che danno sapore alla mia vita e ció che piú mi emoziona é il viaggio.
Non importa per dove, l'importante é andare.
Poi un giorno
é arrivata la passione per l'Harley Davidson e per ció che questa moto
rappresenta per me... i chilometri condivisi con gente che ha la tua stessa
passione, paesaggi incredibili, amicizie nate in un viaggio di fine settimana
che durano poi nel tempo nonostante la distanza che ti separa, e questa
sensazione di far parte di qualcosa, quel qualcosa che fa scattare la
solidarietá dei compagni di viaggio o di perfetti sconosciuti che se ti vedono
fermo sul ciglio della strada interrompono il loro viaggio per darti una mano
se ne hai bisogno... perché l'Harley ti puó sempre sorprendere con un cavetto
che si rompe, un carburatore che inizia a perdere benzina, una batteria che ti
lascia a piedi... con lei sai quando parti ma a volte non sai quando arrivi!
L'ho aspettata
10 anni, poi finalmente il sogno si é avverato: un telaio softail, un motore
1340 carburato e una forcella springer... la base di quella che é diventata la
mia bobber.
Una moto che
mi rispecchia, imperfetta, scombinata, scomoda... che devi amare sul serio per
volerci stare.
Con queste
premesse poteva esserci emozione piú grande che un viaggio in Harley?
Ebbene si, con
neanche 600 km di esperienza alle spalle, trovo due pazzi che decidono di
volermi accompagnare nel mio primo vero viaggio in moto, tre giorni tra
Svizzera, Austria e le Dolomiti.
Partenza da
Bellinzona il 16 agosto, é mattina presto, si fa colazione al bar,
un'aggiustata al mio equipaggio montato sul parafango posteriore e via, si
va!
Come mi sento?
come una quattordicenne alla sua prima cotta.
Il cuore che
va a mille, le farfalle nello stomaco e le mani che tremano... stringo tanto le
manopole del manubrio che quando scendo dalla moto per fare benzina mi
formicolano le dita! ma questo momento non lo scorderó mai... mi sento felice,
il sorriso stampato in faccia per tutta la durata del viaggio (che da 3
diventerá di 4 giorni) e non importa il freddo che senti quando sali, curva
dopo curva, fino ai duemila metri dei tanti e bellissimi passi che abbiamo
attraversato, non importa la pioggia che ci ha colti all'improvviso tra Corvara
e Cortina, non importa la fatica di affrontare i mille tornanti che mi
terrorizzavano e che inizialmente percorrevo alla Robocop... la felicitá mi ha
accompagnata in ogni secondo di questo meraviglioso viaggio. Di questo devo
ringraziare soprattutto i miei due compagni di viaggio: Emanuele, l'ideatore
del tragitto, sempre pronto a trovare i percorsi piú interessanti, con curve e
panorami da sogno. Alessandro, il mio paziente maestro, preziosa fonte di
consigli e di risate fino alle lacrime.
Fino a qualche
giorno fa eravamo tre perfetti sconosciuti, ma la sintonia che c'é stata fin
dal primo istante non si puó spiegare in maniera razionale, si puó solo vivere.
Di nuovo a
casa a viaggio terminato, la moto a riposare in garage, mille ricordi girano
nella mia testa ed un solo pensiero, la voglia di ripartire per un nuovo viaggio,
una nuova avventura, altre emozioni che mi daranno vita, di quella che vale
davvero la pena di essere vissuta.
Genni
Cavalleri
19/ago/2018