lunedì 20 agosto 2018

La prima volta non si scorda mai...


Sono le emozioni che danno sapore alla mia vita e ció che piú mi emoziona é il viaggio. Non importa per dove, l'importante é andare.



Poi un giorno é arrivata la passione per l'Harley Davidson e per ció che questa moto rappresenta per me... i chilometri condivisi con gente che ha la tua stessa passione, paesaggi incredibili, amicizie nate in un viaggio di fine settimana che durano poi nel tempo nonostante la distanza che ti separa, e questa sensazione di far parte di qualcosa, quel qualcosa che fa scattare la solidarietá dei compagni di viaggio o di perfetti sconosciuti che se ti vedono fermo sul ciglio della strada interrompono il loro viaggio per darti una mano se ne hai bisogno... perché l'Harley ti puó sempre sorprendere con un cavetto che si rompe, un carburatore che inizia a perdere benzina, una batteria che ti lascia a piedi... con lei sai quando parti ma a volte non sai quando arrivi!



L'ho aspettata 10 anni, poi finalmente il sogno si é avverato: un telaio softail, un motore 1340 carburato e una forcella springer... la base di quella che é diventata la mia bobber.

Una moto che mi rispecchia, imperfetta, scombinata, scomoda... che devi amare sul serio per volerci stare.



Con queste premesse poteva esserci emozione piú grande che un viaggio in Harley?

Ebbene si, con neanche 600 km di esperienza alle spalle, trovo due pazzi che decidono di volermi accompagnare nel mio primo vero viaggio in moto, tre giorni tra Svizzera, Austria e le Dolomiti.

Partenza da Bellinzona il 16 agosto, é mattina presto, si fa colazione al bar, un'aggiustata al mio equipaggio montato sul parafango posteriore e via, si va! 

Come mi sento? come una quattordicenne alla sua prima cotta.

Il cuore che va a mille, le farfalle nello stomaco e le mani che tremano... stringo tanto le manopole del manubrio che quando scendo dalla moto per fare benzina mi formicolano le dita! ma questo momento non lo scorderó mai... mi sento felice, il sorriso stampato in faccia per tutta la durata del viaggio (che da 3 diventerá di 4 giorni) e non importa il freddo che senti quando sali, curva dopo curva, fino ai duemila metri dei tanti e bellissimi passi che abbiamo attraversato, non importa la pioggia che ci ha colti all'improvviso tra Corvara e Cortina, non importa la fatica di affrontare i mille tornanti che mi terrorizzavano e che inizialmente percorrevo alla Robocop... la felicitá mi ha accompagnata in ogni secondo di questo meraviglioso viaggio. Di questo devo ringraziare soprattutto i miei due compagni di viaggio: Emanuele, l'ideatore del tragitto, sempre pronto a trovare i percorsi piú interessanti, con curve e panorami da sogno. Alessandro, il mio paziente maestro, preziosa fonte di consigli e di risate fino alle lacrime.

Fino a qualche giorno fa eravamo tre perfetti sconosciuti, ma la sintonia che c'é stata fin dal primo istante non si puó spiegare in maniera razionale, si puó solo vivere.



Di nuovo a casa a viaggio terminato, la moto a riposare in garage, mille ricordi girano nella mia testa ed un solo pensiero, la voglia di ripartire per un nuovo viaggio, una nuova avventura, altre emozioni che mi daranno vita, di quella che vale davvero la pena di essere vissuta.



Genni Cavalleri

19/ago/2018
























































































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